Dal Papa Vojtyla al Papa Ratzinger
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- August 16, 2017
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Oggi milioni di cattolici, cristiani, musulmani, ebrei, credenti e non credenti danno l’addio a Giovanni Paolo II. Il funerale di questo Papa (venerdì 8 aprile 2005) fino ad oggi, sarà probabilmente uno degli eventi con maggiore partecipazione di cittadini e leader politici di tutti e cinque i continenti. Come evento mediatico, è probabile che sia uno dei più seguiti. Tutto questo indica che Karol Vojtyla, il Papa polacco è universalmente riconosciuto un leader mondiale, titolo che ufficialmente spetta a Koffi Annan il segretario generale delle Nazioni Unite in quanto rappresenta tutte la nazioni ed i popoli del pianeta. Sappiamo bene che l’Onu per le riforme mancate, ad esempio eliminazione del diritto di veto di 5 super potenze e per lo statuto antiquato, anche se indispensabile, rimane fortemente indebolito. Nessuno capo di stato o di governo può dirsi un leader mondiale ed essere amato, seguito e rispettato da una stragrande maggioranza della popolazione di questo pianeta. Il Papa è considerato leader mondiale non perché i cattolici sono la maggioranza della popolazione del nostro pianeta, in quanto i musulmani, i buddisti e gli induisti sono più numerosi, ma perché di fatto ha conquistato questa posizione nei cuori e nelle menti di milioni di persone, perché nei 26 anni e mezzo di pontificato è stato sempre coerente con il suo credo e con la sua missione. Per l’uomo della seconda metà del ventesimo secolo, la libertà, il rispetto delle sue scelte politiche e religiose, l’eguaglianza sessuale e razziale, il diritto alla giustizia, al lavoro, al benessere economico, alla salute, allo studio, alla previdenza sociale ed alla pensione, sono divenuti irrinunciabili. Nell’ottobre del 1978 al momento della sua elezione, Papa Giovanni Paolo II, ha riassunto tutti questi diritti basilari dell’uomo in due principi “la libertà e la dignità umana”. In quella data questi basilari diritti sanciti nella Dichiarazione Universale dell’Uomo, approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1948, non erano rispettati in una larga parte del mondo. Oggi, all’inizio del terzo millennio, al momento del decesso di questo Papa, nelle vaste aree dell’Asia, dell’Africa e dell’America latina e in qualche paese dell’est Europa, il rispetto dei Diritti Umani rimane ancora l’emergenza numero uno. A livello planetario I 26 anni di pontificato di Giovanni Paolo II, hanno testimoniato la divulgazione di governi democratici in numerosi paesi.
Papa Vojtyla instancabile missionario, ha percorso costantemente per largo e per lungo la terra ripetendo e ricordando con i suoi discorsi il rispetto di questi diritti, ai potenti ed ai dittatori di turno, infuocando le masse oceaniche affinché li rivendicassero tutti i giorni severamente. E’ stato un difensore della pace e fermamente contrario all’invasione dei piccoli stati da parte delle super potenze. Ha creduto sempre nel ruolo delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace e per le ingerenze umanitarie. Ecco perché questo Papa è piaciuto a tutti indistintamente. Ha sempre capito l’esigenza numero uno dell’uomo moderno e si è fatto portavoce di miliardi di persone in tutto il mondo. Di conseguenza ha conquistato sul campo il titolo di leader mondiale. Anche se le sue posizioni conservatrici riguardo i diritti civili come il divorzio, l’aborto e l’uso dei contraccettivi non gli hanno permesso di ottenere il Nobel per la Pace, rimane sempre un Papa grande per tutti.
Gli altri capi religiosi universalmente riconosciuti che nel mondo hanno rivendicato in questi anni il diritto del loro popolo e degli altri popoli all’indipendenza e alla libertà dalle tirannie, sono: il Dalai Lama per i tibetani ed i buddisti, L’Ayatollah Khomeini all’epoca della rivoluzione per gli iraniani ed i musulmani sciiti ed ultimamente l’Ayatollah Ali al Sisstani per gli iracheni ed i musulmani sciiti.
Il pontificato di Giovanni Paolo II, iniziò con la rivoluzione iraniana nel 1978 – 79. Milioni di iraniani, contro il regime dispotico dello Scià Mohammad Reza Pahlavi, riempirono le piazze e le strade delle città di quel paese, rivendicando l’indipendenza e la libertà che conquistarono il 10 febbraio 1979. Mentre il pontificato di questo grande Papa stava per terminare, gli ucraini in Europa e poi i gerghizi nel cuore dell’Asia, hanno riempito le piazze ed ottenuto la democrazia e la libertà contro i loro dispotici governi e brogli elettorali.
Karol Vojtyla capì il suo temo, la mia profonda preghiera da musulmano va per la pace eterna della sua anima. Per il bene dell’umanità mi auguro che il nuovo pontefice proseguirà con perseveranza il suo cammino, tristemente interrotto sabato 2 aprile 2005 per volontà di Dio.
7 aprile 2005 – Copyright Hossein Fayaz – Tutti i diritti sono riservati all’autore – info@fayaz.it
Pubblicato nel quotidiano La Voce di Romagna, 8 aprile 2005