Presentazione del volume “Piccoli Comuni, Fusione o Unione”

Questo saggio è la storia della vita quotidiana di un cittadino attivo e sostenitore della democrazia diretta e della partecipazione dei cittadini/abitanti al governo della città dove vive.

Questa raccolta è composta da quattro volumi:
Primo volume (la presente pubblicazione), “Piccoli Comuni, Fusione o Unione”;
Secondo volume, “Comune, istituzione democratica da riformare”;
Terzo volume (di prossima pubblicazione): “Ambiente, Urbanistica Partecipata PRU Ghigi”;
Quattro volume (di prossima pubblicazione): “Banca Popolare Valconca, passaggio dalla società cooperativa, dove ogni testa aveva un voto, alla società per azioni”. Ora, il voto di un azionista vale più di 4.655 soci.
Ogni volume, a sua volta, è formata da un insieme di capitoli vari inerenti al suo tema. Gli articoli, le inchieste giornalistiche svolte dall’autore, le petizioni alle autorità e i comunicati stampa del “Comitato per la difesa dei diritti del cittadino” di cui l’autore è il coordinatore, su un specifico argomento di vita cittadina, in ordine cronologico, dal 27 novembre 2008 al 26 ottobre 2023, costituiscono ogni capitolo delle tre pubblicazioni di questa raccolta.
Alcuni di questi scritti, in forma abbreviata o in qualche caso interamente, sono stati già pubblicati sulla stampa periodica locale (La Piazza della Provincia di Rimini e L’Ape del Conca), sulla stampa quotidiana (Corriere Romagna, Il Resto del Carlino e La Voce di Romagna), e su giornali on-line, siti Internet, Blog e pagine Facebook dell’autore e del Comitato.

Non sono pochi gli articoli inediti che ora per la prima volta, senza tagli, vengono pubblicati nella raccolta “Democrazia in Comune”.

L’autore ed i suoi amici e collaboratori operano e svolgono le loro iniziative ed inchieste in una delle vallate più belle d’Italia, ma che è anche purtroppo duramente aggredita dalle cementificazioni selvagge degli speculatori del partito trasversale del mattone, spesso nella totale disinteresse degli abitanti a salvaguardare “i beni comuni”.

Il centro d’attenzione e studio è il Comune di Morciano di Romagna, capoluogo dell’Unione di otto Comuni della Valle del Conca ed Unione Valconca, situata nel sud dell’area collinare della Provincia di Rimini a pochi chilometri dalla Riviera Adriatica nell’ Emilia Romagna. Praticamente, dove termina l’immensa Pianura Padano-veneto-emiliano-romagnola.

Per l’autore e i suoi amici concittadini nell’ambito del “Comitato per la difesa dei diritti del cittadino” ed altri comitati di cittadini che sono nati in questi anni, la città di Morciano di Romagna e gli altri Comuni aderenti all’Unione Valconca sono stati dei veri e propri laboratori per esercizio quotidiano della cittadinanza attiva, impegnata nella difesa dei beni comuni.

In conformità all’articolo ventuno della Costituzione italiana alla quale l’autore di origine iraniana, nella cerimonia del ricevimento della “cittadinanza italiana”, svoltosi 6 novembre 1981 in Municipio di Pesaro, inanzi al Sindaco ha giurato la fedeltà. Cittadinanza ottenuta in base al vecchio decreto legge del Regno d’Italia, inseguito all’approvazione della sua domanda nel Consiglio di Stato ed il decreto emesso 15 agosto 1981 del Presidente della Repubblica Sandro Pertini. L’obiettivo dell’autore era ed è di fare l’informazione, in una situazione nella quale, spesso, al di fuori dei comunicati stampa degli Enti Locali e delle segreterie di partiti e movimenti politici, non c’è nessun’altra fonte di notizia. Insomma, si tenta di fornire un servizio pubblico disinteressato e gratuito. In particolare, dopo le elezioni comunali del giugno 2022, a causa dell’inciucio tra i partiti politici ed assenza di una forza politica d’opposizione in Consiglio Comunale di Morciano di Romagna, ancorché, crollo della partecipazione degli elettori alla tornata elettorale a solo 43,71% degli aventi diritto di voto, è divenuta sempre più necessaria.

Marco Garzonio (Milano 1939) editorialista del Corriere della sera e psicologo analista nel suo saggio “La città che sale” descrive bene “La città” e il “Bene comune”

“La città è immagine collettiva di una visione interiore

Già, perché la città è la raffigurazione collettiva di una visione interiore, alla quale alcuni danno i contorni, nella quale molti si trovano, per la quale tanti lavorano nel piccolo e nel grande per raggiungere definizioni e aggiustamenti sempre più in grado di rispondere alle attese e ai bisogni. La città è la rappresentazione di un luogo dove i cittadini vivono e lavorano; è il disegno di case e di strade, di monumenti e di piazze,di luoghi di ritrovo e di spazzi verdi in cui uomini e donne menano esistenze singole e si incontrano, fanno le proprie cose e stabiliscono legami significativi, iscrivono vicende singole e storie collettive; è l’icona dell’incontro fra idealità e quotidiano, tra valori e concretezza; è il laboratorio di un ordine, di regole, di finalità che i cittadini insieme sperimentano e perseguono; è il campo dove si misurano i progetti generali e le esigenze specifiche, i grandi sogni che accomunano le piccole aspirazioni personali; è l’officina della dialettica spesa tra slanci e regressioni, fra tensioni propositive e difficoltà, tra conflitti e cadute, ma alimentata sempre e comunque dal vissuto che comporta il riconoscersi in un oggetto comune di appartenenza.

Dimenticare l’”idea” di città e mancare della convivenza che non esiste città senza un’”idea”, significa nutrire una visione scadente di sé, dell’uomo, dello stare assieme, del lavorare e dell’amare, del governare e dell’amministrare.

Nei tre volumi della raccolta “Democrazia in Comune”, percorriamo i momenti salienti delle battaglie civili e legali di singoli e piccoli gruppi di cittadini a difesa dell’autonomia e della vivibilità dell’ambiente della loro vita ed il luogo del loro lavoro, spesso faticosi, ma talvolta con esiti positivi e soddisfacenti. La lettrice/Il lettore di queste pagine, riviverà le nostre esperienze civiche per il mantenimento dell’autonomia e della vivibilità della città in cui abbiamo scelto di vivere.

“La bontà e la cittadinanza attiva
https://it.wikipedia.org/wiki/Marco_Garzonio . La città che sale, Milano da Tangentopoli al post-Expo, passando per il Covid, in attesa delle Olimpiadi, nel ricordo di Carlo Maria Martini, Marco Garzonio, Edizioni San Paolo s.r.l., 2021, Cinisello Balsamo (Milano), 384 pagine, euro 22,00, pagina 94

Milano ha bisogno di bontà. La bontà è il filo rosso che lega e tiene unita la cittadinanza attiva. È tutto ciò – inclinazioni personali, ingegnosità individuale e attitudini di gruppo, mentalità diffusa ed ethos collettivo – che riporta a essere buoni, cioè a esercitare il bonum, a protendere verso il bene comune, verso ciò che per tutti può rappresentare fattore di crescita umana, materiale e spirituale. Cattivo è il contrario di buono. La contraposizione da lessicale assume connotazioni di profondo carattere morale….di aprire il cuore e di espletare al massimo la propria cittadinanza, che è: perseguire il bene comune.

Morciano ha 7.014 abitanti (primo gennaio 2020. Invece, dato provvisorio della popolazione residente al 31 ottobre 2020 è 7.161 .) e 5,4 kmq. È uno dei 7.171 Comuni con meno di 15.000 abitanti e fa parte dei piccoli Comuni italiani. I piccoli Comuni comprendono il 78,24% (235.722 kmq.) della superficie del Paese, dove risiedono 24.233.306 abitanti (pari al 40,06%) della popolazione italiana.

In questo volume, tra l’altro, pubblichiamo un reso conto cronologico di partecipazione dei cittadini saludecesi al referendum comunale del sette ottobre 2016 per la fusione dei Comuni di Saludecio, Mondaino e Montegridolfo.

Le ragioni dell’ampia partecipazione degli abitanti di Saludecio al “Comitato per il NO alla fusione” erano i seguenti:

1 – Se la fusione tra i piccoli Comuni, voluta dal PD e sostenuta dai consiglieri comunali del M5S in Valconca, andava bene perché sabato 9 gennaio 2016, nel nuovo Comune unico emiliano di Valsamoggia (BO), i consiglieri di minoranza che sedevano nei Consigli di Municipio si sono dimessi (17 su 18) ed è rimasto un solo consigliere di minoranza nel Consiglio di Municipio a Savigno? Insomma, dopo neppure due anni del nuovo Comune di Valsamoggia i nodi di un’architettura istituzionale mal congegnata vengono al pettine.

2 – I saludecesi vivono in un Comune con un grosso centro storico medioevale ed erano preoccupati per quello che era successo di recente ai loro sfortunati compatrioti delle Province di Rieti ed Ascoli piceno. Se Amatrice fosse stato un borgo periferico di un’ entità amministrativa più grande, e non avesse avuto un proprio Comune, un Sindaco coraggioso e profondamente legato al suo territorio come Sergio Pirozzi, un’Amministrazione e un Consiglio Comunale vicini alla popolazione -che con insistenza e forza hanno chiesto unitariamente alle autorità statali e regionali di poter rimanere vicino a case e insediamenti-, i cittadini amatriciani sopravvissuti al terremoto sarebbero stati spostati negli alberghi della riviera adriatica. Per questo ed altro ci tenevano alla loro autonomia comunale.

3 –Perché con il Comune di Saludecio volevano garantire un’espressione efficace del processo democratico a livello territoriale e salvaguardare la storia locale e il presidio del territorio. In questo quadro, risultava chiaro che sopprimere un piccolo Comune sperduto può pure significare togliere l’anima ad una comunità: questa, infatti, tende a dissolversi, senza il Comune, fattore chiave d’identità e d’integrazione.

4 – Perché preferivano un approccio politico-istituzionale basato su senso della comunità, salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio, visione di lungo periodo, impegno collettivo e cervello diffuso. Insomma, appropriazione consapevole ed esercizio organizzato di funzioni di governo da parte dei cittadini; altro che decisionismo calato dall’alto con le norme ingiuste e conti da ragionieri volti a giustificare l’abolizione della democrazia considerata come costo eccessivo!

Hossein Fayaz Torshizi.
Morciano di Romagna (RN), 26 ottobre 2023.